Laurell K. Hamilton (Laurell Kaye Hamilton) – Vita
C’è chi dice che non bisogna mai guardarsi indietro, ma, quando non si sa quello che si ha davanti, cos’altro rimane da fare?
C’è chi dice che non bisogna mai guardarsi indietro, ma, quando non si sa quello che si ha davanti, cos’altro rimane da fare?
Se avessi voluto morire, Edward mi avrebbe uccisa, perché capivamo tutti e due che non era di morire che avevamo paura, bensì di vivere.
“Saresti davvero capace di uccidermi?” La sua voce fu seta sopra una ferita: gentile, ma con una sfumatura di sofferenza, proprio come il sesso. Una carezza di velluto all’interno del cranio, piacevole nonostante la paura che mi straziava tutto il corpo.
I tuoi occhi sono lo specchio più limpido che abbia mai visto, ma petite. Quando fingo su me stesso o m’illudo sulla vita, non devo fare altro che guardarti in viso per vedere la verità.
Richard era ligio ai suoi precetti morali, rispettava quei valori che valgono soltanto quando non c’è nessuno che cerca di farti fuori. Se lo avessi sposato, le sue possibilità di condurre una vita vagamente normale si sarebbero azzerate. Io vivevo, per così dire, in una zona di guerra, e Richard meritava di meglio.Invece Jean-Claude viveva nel mio stesso mondo, non si faceva illusioni sulla gentilezza degli sconosciuti; se era per quello, Jean-Claude non si faceva illusioni proprio su nessuno. Se avesse saputo che un assassino mi dava la caccia non ne sarebbe rimasto minimamente sconvolto, anzi mi avrebbe semplicemente aiutata a escogitare una difesa. Certe notti, pensando a Jean-Claude, dicevo a me stessa che ci meritavamo l’un l’altra.
Un tempo sarei riuscita a leggere ogni suo pensiero attraverso gli occhi, ma ormai non lo riconoscevo più. A volte pensavo di non averlo mai conosciuto davvero; sospettavo che ci fossimo ingannati tutti e due.
Mi chinai a sfiorargli le labbra morbide. Col secondo bacio gli morsi leggermente il labbro superiore, facendolo gemere. Mi ricambiò prendendomi il viso tra le mani, come per bermi, teneramente, bramosamente, come per assaporare un vino pregiato fino all’ultima goccia.
Il peso del suo sguardo era quasi palpabile, come se potessi toccare i suoi pensieri, cose intime e personali, cose che non avevamo mai fatto prima.
La luce era morbida, il calore era intriso di spossatezza come se il giorno stesso bramasse la notte.
Se lo spaventi abbastanza, anche un buono diventa imprevedibile. Spaventa un cattivo e sei nei guai.
Che schifo, l’amore.È vero che certe volte è fantastico, ma certe altre è soltanto un altro modo per soffrire.
“La compassione non è debolezza.” “Soltanto coloro che ne sono privi la pensano altrimenti.”
“Un momento” intervenne Richard “state scommettendo di essere migliori di un assasino di professione?”Annuimmo entrambi “e se non foste migliori di lui?”Edward lo guardò come se avesse appena detto che il giorno dopo non sarebbe sorto il sole.
Edward sorrise scuotendo la testa “andiamo a prepararci” esortò “ti ho portato qualche giocattolino nuovo per stanotte”.lo guardai “giocattoli pericolosi?””Perché, adesso giochi anche con quelli sicuri?”Ci scambiammo un sorriso “voi due vi state divertendo” commentò Richard in tono quasi accusatorio “se non ci divertissimo non faremmo questo lavoro” ribattè Edward.
“Ho un appuntamento.””Tu? Un appuntamento?”Lo guardai, accigliata. “Non è poi sta gran cosa…”Con un sorriso ironico, lui si alzò. “Ormai sei a posto. Lo faccio entra-re.””Edward… Sii gentile.””Gentile? Io?””Va bene… Basta che non gli spari.””Credo di potercela fare.”
L’amore fa schifo.Talvolta ti fa sentire bene.Talvolta è solo un altro modo per sanguinare.
Con la preda adatta, il seduttore diventa sedotto.