Ludovico Ariosto – Vita
Chi brama onor di sprone o di capello, serva re, duca, cardinale o papa; io no, che poco curo questo e quello.
Chi brama onor di sprone o di capello, serva re, duca, cardinale o papa; io no, che poco curo questo e quello.
… dona e tolle ogn’altro ben Fortuna;sol in virtù non ha possanza alcuna.
Ch’a donna non si fa maggior dispetto, che quando o vecchia o brutta le vien detto.
Ben ch’esser donna sia in tutte le bandedanno e sciagura, quivi era pur grande.
Le donne son venute in eccellenzadi ciascun’arte ove hanno posto cura.
Natura il fece, e poi ruppe la stampa.
Quanto più su l’instabil ruota vedidi Fortuna ire in alto il miser uomo,tanto più tosto hai da vedergli i piediove ora ha il capo, e far cadendo il tomo.Così all’incontro, quanto più depresso,quanto è più l’uom di questa ruota al fondo,tanto a quel punto più si trova appresso,s’ha da salir, se de’ girarsi in tondo.
Più tosto che arricchir, voglio quiete.
Uno ne piglia e del capo lo scema.
Or che s’aspetta? Soccorrer qui, non lacrimare accade.
O città bene avventurosa…… la gloria tua salirà tantoch’avrai di tutta Italia il pregio e ‘l vanto.
Che l’uomo il suo destin fugge di raro.
E quel che non si sa non si de’ dire e tanto men quando altri n’ha a patire.
Quel che l’uom vede, Amor gli fa invisibile, e l’invisibil fa vedere l’Amore.
Ingiustissimo Amor, perché sì raro corrispondenti fai nostri desiri?
Se, come il viso, si mostrasse il core.
Non è in somma Amor se non insania.