Michelangelo Da Pisa – Social Network
Quarto postulato dell’essenza comunicativa postmoderna: se non lo pubblichi su Facebook non è mai accaduto.
Quarto postulato dell’essenza comunicativa postmoderna: se non lo pubblichi su Facebook non è mai accaduto.
Correva l’anno uno ante Facebook, quando condividere era ancora un verbo di cui andare fieri.
In centralissima zona Me, vendo anima pianoterra aspirante attico, quattro vani superaccessoriata, vista mondo. Ingresso indipendente da sempre, esterni da rifinire, presenza di qualche crepa strutturale, ma interni raffinati ed arredati con elegante semplicità. Ampio soggiorno di speranza, lungo corridoio di incertezze, una camera matrimoniale murata e ben due stanze di sogni ancora da dipingere. Presenza di pozzo luce dei desideri e box autocompiacimento, riscaldamento autonomo ad abbracci, piccolo giardino in cui coltivare sorrisi. Carattere intrattabile, invece il prezzo sì.
Le parole senza dubbio pesano, ma spesso i silenzi soffrono di obesità.
I silenzi si accumulano disordinatamente e occupano spazi vitali, fino a toglierti fiato, fino a farti esplodere, come coriandoli a un funerale.
“Il silenzio vale più di mille parole” vale solo per chi non ha parole.
I silenzi sono bombe a orologeria, frastuono dell’animo, caos invisibile, vita invivibile.
Esistono essenze che sono mancanze; il silenzio è mera assenza di rumore, il buio è solo assenza di luce, io sono semplicemente assenza di lei.
Il silenzio è il miglior amico dell’abbraccio.
Il silenzio può schiacciarti sotto quintali di riflessioni o elevarti con leggiadria verso te stesso, urla sempre il tuo nome, rivelando chi sei. Lascio dunque che sia assenza di rumore e presenza di me.
Certe parole inquinano gli abbracci, alcuni silenzi li elevano verso il divino.
Il silenzio è il rifugio di chi dà valore alle parole.
Il silenzio è una prigione se subìto, l’ora d’aria se ambìto.
Il trionfo della comunicazione è due silenzi che parlano la stessa lingua.
Bramo il silenzio perché è un assenso all’incanto, in esso sussurra l’eco della bellezza del mondo.
Scrivere è un urlo silenzioso, un riservato egocentrismo, una timida vanità.
Preferisco chi delude a chi illude; mentre il primo ti lascerà con un pugno di sabbia in mano, il secondo ti avrà fatto credere che fosse polvere d’oro.