Angela Perri – Tristezza
E poi ci sono quelle giornate in cui ti senti strana. Ti senti triste e non sai il perché, o meglio, lo sai, ma preferisci dare la colpa al tempo, per nascondere cosa ti fa stare così.
E poi ci sono quelle giornate in cui ti senti strana. Ti senti triste e non sai il perché, o meglio, lo sai, ma preferisci dare la colpa al tempo, per nascondere cosa ti fa stare così.
Non sto piangendo, sto lubrificando il mio animo.
Mai riempire le tue solitudini con quelle altrui. È una miscela letale.
Il dolore più grande dell’uomo è possedere la conoscenza senza il potere.
Tutti noi proviamo dolore. Il dolore fisico e il dolore dell’anima talvolta ci sommergono come onde impetuose che nella risacca trascinano ogni cosa dietro a sé, e sono giorni nei quali senti di non farcela, giorni nei quali vorresti farla finita; sono i giorni del dolore cronico, quello che ti accompagna e che non ti lascia, un’amante fedele ma poco desiderato.
Ci sono certi dolori, traiettorie senza tiro che vengono senza spasmi. Sono pianti e battiti di cuore, in cui sei preda di “lui camuffato” che per quanto rapidi o lenti siano ti rubano la vita.
Il dolore ha raggiunto il suo climax. In principio mi ha sfiorato lieve come una carezza appena donata. Lo percepivo a stento, sulle estremità del mio corpo si è diramato strisciando. In circolazione perfetta si spostava in fretta. Senza stop e limiti di precedenza tutto è più facile. Così, si è impossessato di me e privata di ogni autonomia. Ora sono solo sua schiava prostrata in silenzio in declino di vita.
Il peggior dolore lo provi, quando i tuoi occhi sono asciutti e il tuo cuore piange.
Non sempre la vita regala gioie, anzi, si ripropone con il dolore di un tempo che sembrava perso.
I dolori non sono muri sulla quale poggiarsi ma muri oltre la quale sporsi.
Niente è più triste dell’avere come ricordo più caro il dolore più grande.
Ci sono quei momenti in cui scoppi a piangere come un bambino, senza un preciso motivo. In macchina, in bagno, per strada. Tu e il tuo dolore, a sfidarvi con la rabbia negli occhi. Ed è massacrante. Perché il dolore è sempre un po più forte, e tu, sempre un po più debole.
Perché tanto è inutile arrabbiarsi e dirti che fa male. Allora preferisco stare zitta, e tenermi tutto il dolore dentro, piangere di nascosto e andare avanti, per la mia strada.
Queste lacrime che sembrano fontane di cielo e la rabbia di non riuscire a prendere nelle mani l’azzurro.
Notte tesa, inquieta, notte pareva senza stelle. Ti ho rivista è apparso il sole. Mamma ti voglio bene.
Le lacrime partono dal cuore.
Soffrendo si ritorna bambini.