Alda Merini – Tristezza
Un foglio bianco, molta solitudine, qualche strappo al cuore e forse una guerra o due.
Un foglio bianco, molta solitudine, qualche strappo al cuore e forse una guerra o due.
Ogni risata di ieri, è una lacrima che nasce.
Non odo più le sapienti voci del core… solo un grido nell’anima.
Il dolore ha il tuo nomela bellezza il tuo profumoi sogni il tuo colore le illusioni la tua voce…
Se vuoi vivere al meglio il tuo presente, quella chiave arrugginita dei ricordi tristi buttala via e fai del tuo adesso la vera ragione per esistere.
Riflessione.Ho visto giorni perduti, lontani nel tempo. Ho visto albe e tramonti senza luce. Ho visto la luce, come fiamma ardere lontana e segnare la via. La sera nel buio e lontano da tutti, la mia anima cerca un rifugio e pensando chiudo gli occhi alle stelle. Dove sarò domani?
Il dolore a volte ci toglie il respiro per darci un respiro più forte.
Certe cose ti lasciano il vuoto dentro, incolmabile troppo profondo e infinito, nel cuore c’è solo silenzio, allora ti senti soffocare, vorresti urlare e ti accorgi che sei sola con te stessa. Ti senti immobile, impotente e riesci solo a piangere, perdi lucidità e ti coglie la confusione, pensi che ogni bacio e ogni carezza era solo una bugia e ti accorgi che ti ha rubato il cuore, non riesci ad odiare perché l’amore è troppo forte, allora cominci a cadere nell’oblio e senti che la tua ferita non smetterà mai di sanguinare.
Amo l’oscurità,nel suo ovattato silenzio ritrovo me stesso.Affascinante consigliera,cupae così tremendamente infinita.
Chi è che sta urlando il mio silenzio? Chi è che vuole rendermi sorda col mio stesso dolore?
Mi hanno sempre detto si sorridere ed io ho sorriso. Non mi hanno mai detto di piangere ma lo faccio.
Deluda da te. Delusa di me. Delusa per noi.
Vorresti aggrapparti ai tuoi sogni ma forse non basta. Forse ci vuole tempo e a volte nemmeno quello basta.
Un dolore non si può cancellare ma si può accettare e insegnare qualcosa.
Chi ti vuol bene ti fa piangere.
Non ho rabbia né dolore. Non ho lacrime né urla. Il vuoto… ben tornato.
Fa male, fa male, fa male. Quanto male fa quando a fare del male sei tu: molto meglio è riceverlo. Questa volta a sbagliare sei tu e quella grande luce che prima illuminava la tua persona ora si spegne quasi, come un cerino consumato. Ma questo non basta. Per caso un foglio cade dal cielo, vola sul cerino e nonostante ormai sia quasi spento, gli rimane una piccola fiammella, che accende il foglio e incendia. E tu, che pensavi di fare poco male, che infondo credevi di aver avuto le tue ragioni, ora ti accorgi di aver distrutto.