Anonimo – Tristezza
La sofferenza è peggiore della morte.
La sofferenza è peggiore della morte.
Un alito di vento, un profumo, sta forse arrivando la primavera dentro al mio inverno?
Voglio solo vedere il dolore che causerà in lui l’amore.
Era un buon momento. Quello che non riuscivo a tollerare era il pensiero che un giorno tutto sarebbe finito in niente. Gli amori, le poesie, i gladioli. Ci saremmo ritrovati imbottiti di terra come panini.
Quando il tuo cuore è frammentato, la tua anima a brandelli e sei pervaso dalla disperazione più cupa è il momento di dire “Basta”. La disperazione è l’asticella che ti indica che hai toccato il fondo ma nello stesso tempo deve essere il tuo prima passo verso la luce. Il compito più arduo è trasformare le ferite in punti di forza. È’ vero la risalita è ancora buio e non è per nulla facile, ma una volta arrivato in superficie gli squarci si trasformeranno in prese d’aria, ossigeno per il tuo cuore, unguento per la tua anima e tu non sarai più quello di prima ma sicuramente più di quello che eri prima.
Nel silenzio della solitudine si ascolta meglio la voce dell’anima; ma poi è bello rispecchiarsi negli altri.
Hai mai visto l’amore negli occhi di qualcuno? Io sì, e perlopiù erano bagnati.
Sorrido dei tuoi errori e vado avanti con i miei orrori.
E ancora ci seiNon conti più le Feriteche coprono il Tuo Cuorete le porti a spasso come macchieIntanto perso nella Delusioneattaccato dai Ricordivai in cerca della Speranzache ora più che maisalderà il tuo Coraggio.
Il dolore, quando è cocente e duro, ha il sapore dell’urlo straziante di una belva ferita a morte!
Non piango sovente, quando capita non mi vergogno, perché, chi ha cuore capisce.
La solitudine quando stai male è sale sulle ferite, quando stai bene è unguento.
Vorrei poter andare nello spazio infinito, dove tutto ha avuto inizio, e dove tutto avrà fine.
Non piangere, le lacrime arrivano al cuore, fanno dei segni profondi. E il tuo bel sorriso svanisce dal quel viso, lasciando in me una profonda tristezza.
Trovo la tristezza uno degli stati d’animo più sconfortanti che possiamo provare. La tristezza è una ragnatela abbandonata in cui muoiono resti di speranze. I giorni dell’abbandono sono sempre uguali, monotoni, granelli di una clessidra rimasti sospesi nel vuoto; in quei giorni nulla fa la differenza, e non riesci a comprendere perché la vita comunque continua.
Il dolore non è razzista, non fa distinzioni, non fa sconti, non guarda in faccia nessuno.
Che delusione aver puntato tutto su persone di niente.