Chiara Libero – Tristezza
Nel silenzio della solitudine si ascolta meglio la voce dell’anima; ma poi è bello rispecchiarsi negli altri.
Nel silenzio della solitudine si ascolta meglio la voce dell’anima; ma poi è bello rispecchiarsi negli altri.
Sorrido dei tuoi errori e vado avanti con i miei orrori.
Il dolore, quando è cocente e duro, ha il sapore dell’urlo straziante di una belva ferita a morte!
La solitudine quando stai male è sale sulle ferite, quando stai bene è unguento.
Non piangere, le lacrime arrivano al cuore, fanno dei segni profondi. E il tuo bel sorriso svanisce dal quel viso, lasciando in me una profonda tristezza.
Trovo la tristezza uno degli stati d’animo più sconfortanti che possiamo provare. La tristezza è una ragnatela abbandonata in cui muoiono resti di speranze. I giorni dell’abbandono sono sempre uguali, monotoni, granelli di una clessidra rimasti sospesi nel vuoto; in quei giorni nulla fa la differenza, e non riesci a comprendere perché la vita comunque continua.
Il dolore non è razzista, non fa distinzioni, non fa sconti, non guarda in faccia nessuno.
Che delusione aver puntato tutto su persone di niente.
L’odio ti divora, ti consuma, ti lacera la carne, si prende tutto anche il tuo io.
La felicità delle persone mi lacera l’anima, mi divora, fa più male di un coltello nel cuore.
Una lacrima per tutte le volte che tu uomo mi hai uccisa, una lacrima per tutte le volte che tu uomo hai violentato il mio corpo, una lacrima per tutte le volte che tu uomo mi hai strappata alla vita nascondendoti dietro al tuo ipotetico cosiddetto amore.
La sofferenza è peggiore della morte.
Un alito di vento, un profumo, sta forse arrivando la primavera dentro al mio inverno?
Voglio solo vedere il dolore che causerà in lui l’amore.
Era un buon momento. Quello che non riuscivo a tollerare era il pensiero che un giorno tutto sarebbe finito in niente. Gli amori, le poesie, i gladioli. Ci saremmo ritrovati imbottiti di terra come panini.
Quando il tuo cuore è frammentato, la tua anima a brandelli e sei pervaso dalla disperazione più cupa è il momento di dire “Basta”. La disperazione è l’asticella che ti indica che hai toccato il fondo ma nello stesso tempo deve essere il tuo prima passo verso la luce. Il compito più arduo è trasformare le ferite in punti di forza. È’ vero la risalita è ancora buio e non è per nulla facile, ma una volta arrivato in superficie gli squarci si trasformeranno in prese d’aria, ossigeno per il tuo cuore, unguento per la tua anima e tu non sarai più quello di prima ma sicuramente più di quello che eri prima.
Hai mai visto l’amore negli occhi di qualcuno? Io sì, e perlopiù erano bagnati.