Cinella Micciani – Destino
Il dolore non trova mai compagnia, la felicità deve rifiutarla!
Il dolore non trova mai compagnia, la felicità deve rifiutarla!
La vita comincia, così, con un vagito,nel corso diviene pianto e poi tormento,finisce, desolata, in triste lamento.
Il destino? Non so se esiste… ma so per certo che oggi qualcosa è successo e non per caso!
Immettere lo spirito di un colpevole nel flusso del Cosmo, segue una natura preordinata perché la struttura si sostenga in un equilibrio. Ma immettere uno spirito perché si vuole raddoppiare l’energia che fa ruotare i pianeti, crescere le piante, fa girare gli atomi nel loro ciclo, per rendere illimitata e generosa la luce, l’energia nucleare dei soli e delle galassie, raggiungere la bellezza eterna estirpata ed estratta dall’essere, nel tempo, non prende in esame i veri effetti e la loro portata. Salvare i suoi figli e servi e l’angelo sua moglie, lo sta portando in qualcosa di peggiore di qualsiasi incubo, che può rimandare ma non evitare. Cercare di vivere presuppone saggezza, cercare l’immortalità ne presuppone molta di più, l’astuzia non basta. Chi si sente superiore alle forze che sostengono l’universo condanna chi lo segue e anche chi capisce dove sta per condurre la vita. Quella di questa realtà, ma anche delle altre, chi la vive, e anche chi la crea, che nella luce raddoppiata crolleranno rovinosamente come una costruzione di carte impilate generate ognuna con un pezzo di Mondo violentato e consumato, struttura in rovina, di cui non resterà niente, nemmeno il suo creatore. Io potrò magari godermi lo spettacolo, senza partecipare, perché come ben sa, ne sono fuori. Il destino ha un senso dell’umorismo fantastico. Si può scegliere di lamentarsi e guerreggiarlo, perché “il destino non sa chi sono io!” O vedere che porta soltanto nel luogo per cui si ha combattuto, mentito, abusato dell’autorità, ucciso e vinto per poter ottenere quello che si voleva.
Qualsiasi cosa possa accaderti era stata preparata per te da tutta l’eternità, e dall’eternità, l’implicazione delle cause tesse la trama del tuo destino.
Il destino? L’artista di un mosaico chiamato vita.
Siamo davvero i padroni del nostro destino o le nostre azioni non sono che minuti tasselli dell’intreccio infinito del caso nello smisurato vortice del possibile?
Una scelta non rappresenta mai ciò che vorremmo che fosse… c’è sempre qualcosa che non possiamo controllare anche in quello che scegliamo.
Quando ero piccolo gli americani ridevano del mio inglese; oggi sono gli italiani a ridere del mio italiano.
La stirpe di uomini nuovi che Dio ha creato con uno spirito che non doveva estrarre, mangiare e usare, dove porterà l’universo di cui sarà incontrastato signore?
La vita e sopratutto il destino a volte è ingiusto, prima ci fa incontrare ma, poi non ci permette di stare insieme.
Anche nei vestiti di luce, o di anima, nel male che prevarica il bene, c’è sempre una lieve sensazione di perdizione. È l’idea e la sua vaghezza che terrorizzano, sempre di più ci si solleva contro chi si vuole diventare per mutare la natura e salvarsi convincendosi tuttavia che si è il bene attaccato per scusare il proprio male, anzi dando la colpa al bene se si è malvagi. L’unico potere che difende da Dio sono le leggi matematiche, semplicemente perché è davvero convinto di esserne superiore ed essere diventato immortale. Ha condannato se stesso e la creazione al nulla o all’inferno, o a tutti e due insieme. Non dia la colpa a me se la verità lo fa andare in bestia. Gli assicuro che potrebbe essere peggio, deve solo darmi un motivo.
Può anche darsi che un grosso sballo porti in giusto futuro.
Tu non mi piaci nemmeno un poco e grazie al cielo io non piaccio a te.
Sono stato rapito dagli angeli del tempo e portato nella dimensione oscura…Divenendo un’anima dannata, nel ricercare per anni te.O mia donna demoniaca, tutto alla fine ha un senso…Senti l’amore? Viviamo la morte, è il nostro destino.
Se il male avesse la stessa forza del bene, la nostra vita sarebbe una lotta quotidiana destinata alla sconfitta.
Vogliamo tuttoma non ce ne rendiamo contoche “tutto” siamo noi.