Luca Englaro – Morte
Nonostante la partecipazione affettiva, all’appuntamento con la morte si arriva sempre soli.
Nonostante la partecipazione affettiva, all’appuntamento con la morte si arriva sempre soli.
Ho una gran voglia di vedere il mio funerale prima di morire.
Quando scherzo sulla morte mi vengono i brividi.
Tutti gli attimi feriscono, l’ultimo infinitesimale uccide.
Tutti gli uomini muoiono, ma la morte di alcuni ha più peso del monte Tai e la morte di altri è più leggera di una piuma.
La morte è la vera amica dell’uomo: ti fa una promessa il giorno della tua nascita e nessuno può dire che non l’abbia mantenuta.
Bisogna dire che Tolstoj arrivò a 82 anni e Dostoevskij a 59. 23 anni sono un periodo molto lungo. Tolstoj sarebbe Tolstoj se fosse morto già nel 1887? L’ingiustizia dell’età è assolutamente insuperabile.
Parlate di noi giovani, ci condannate, ma non sapete che per un amico che muore, siamo capaci di piangere su i nostri jeans strappati e dietro ai nostri capelli lunghi sappiamo ricordarlo. Noi non abbiamo paura di morire, perché sappiamo che qualcuno piangerà per noi, i nostri amici sbandati e non di certo voi, persone civili che non avete nemmeno il tempo di piangere.
Per quanti varrà ancora la pena di vivere quando non si morirà più?
[parlando della madre] Non rattristiamoci di averla persa, ma ringraziamo di averla avuta.
Caro Gesù Bambino, ti ringrazio per aver esaudito i miei desideri dell’anno scorso. Ti avevo chiesto di eliminare la fame nel mondo, ed infatti quelli che avevano fame sono quasi tutti morti.
I funerali sono le occasioni per assemblare la maggior quantità di persone che non riflettono sulla caducità dell’esistenza.
Fautori della pena di morte sono degli statalisti dell’omicidio.
Di qui a cent’anni, tanto varrà il lino quanto la stoppa.
Quando la campana ha suonato, è inutile dir di no.
Al serrar degli occhi si saldano i conti.
Tutto in definitiva fallisce, perché moriamo, e questo è il nostro penultimo fallimento o il nostro successo più enigmatico.