Giovanni Soriano – Morte
La morte delle persone che ci stanno accanto ci riguarda più della nostra.
La morte delle persone che ci stanno accanto ci riguarda più della nostra.
Morire è tremendo, ma l’idea di morire senza aver vissuto è insopportabile.
Niente c’è di temibile nella vita per chi è veramente convinto che niente di temibile c’è nel non vivere più. Il più terribile dunque dei mali, la morte, non è nulla per noi, perché quando ci siamo noi non c’è la morte, quando c’è la morte noi non siamo più. Non è nulla dunque né per i vivi né per i morti, perché per quelli non c’è, questi non sono più.
La morte arriva, quando finiscono i sogni. Fino a quando l’uomo riesce o sognare a desiderare e a sperare è vivo.
Si dice: una morte stupida. Ma io devo ancora trovare uno che sia morto in modo intelligente.
Non aver paura della morte… Fa meno male della vita!
Quando morirò, voglio esserci anch’io.
E perché non la morte, piuttosto che una vivente tortura?Morire è come esser messi al bando di se medesimi. Silvia è un altro me: bandirmi da lei è esiliar me da me stesso: mortale esilio! Qual luce è luce, se non per veder Silvia? Qual gioia è gioia, se Silvia non mi è vicina? O se non altro poter pensare che mi è vicina, e godere almeno il riflesso della perfezione? Se una notte Silvia non mi è vicina, non ha armonia il canto del rosignolo; se un giorno non contemplo Silvia, quel giorno non esiste per me. Ella è l’essenza stessa di me ed io non sono, se quel suo dolce influsso non mi riscalda, non m’illumina, non mi carezza, non mi alimenta. Col sottrarmi alla condanna mortale non eviterei di morire: se mi attardo qui non vado incontro che alla morte, ma se fuggo di qui fuggo lontano dalla vita.
Questa è l’inevitabile matematica della tragedia, la moltiplicazione del dolore. Troppe brave persone muoiono un po’ quando perdono coloro che amano. Una morte può generarne due, venti o cento. È così ovunque.
La morte non si accetta si subisce.Accettare significa avere la possibilità di rifiutare.La morte non te la da questa possibilità.
Chi filosofa e medita sulla propria morte, riuscirà a contrastare minimamente il potere di quest’ultima.
La vita dei morti sta nella memoria dei vivi.
Quando arriverà il momento di morire, vorrei poter scegliere il giorno, non vorrei morire durante un giorno triste, ma durante un giorno felice, come di solito lo sono io, preferibilmente un giorno caldo e pieno di sole.
Odio una sola cosa della vita: la morte. Forse la odio proprio perché non fa parte della vita, ma ne è la fine.
Quasi tutti gli omicidi sono piccoli omicidi. È così che li chiamiamo noi dei giornali. Il loro effetto sul pubblico è limitato, la loro presa sull’immaginazione è di breve durata. Ottengono pochi paragrafi nelle pagine interne, sepolti nel giornale come le loro vittime lo sono nel terreno.
Mia Rosa, Pupilla dei miei occhi non ho paura di morire, ma morire mi secca… è una questione d’amor proprio.
La morte è la fine di un piccolissimo viaggio in una autostrada immensa.