Lailly Daolio – Morte
La morte è solo un cambio di dimora, ci si trasferisce nel corpo, nel cuore e nell’anima di chi più ci ha amato, ed è proprio quella Persona a donare continuità a quella vita materialmente finita.
La morte è solo un cambio di dimora, ci si trasferisce nel corpo, nel cuore e nell’anima di chi più ci ha amato, ed è proprio quella Persona a donare continuità a quella vita materialmente finita.
Non ti uccide solo una malattia, un incidente, la droga, o l’alcol, anche chi senza pietà illude chi ha un core sensibile.
La vita è un desiderio, che ci inganna lungo il cammino. Conducendoci delusi a una certa fine.
Fa caldo, ma io ho freddo. Sto gelando dentro, è questa morte interiore che mi ha portata al termine delle mie ore.
Perché dicono: prima o poi si deve morire? Quel si deve a me non piace! Perché io alla vita ci sono affezionato.
Accade tutto in un attimo, il tempo suona la mia ritirata cancellando dal mondo il mio fiato. Ti lascio niente, solo pagine accartocciate, fogli sporcati dall’inchiostro del mio cuore, versi di un’anima lasciati cadere lungo il cammino, che il vento sbatacchia contro le porte dell’infinito, ma nessuno le lascerà entrare, perché loro, non fanno rumore.
Nel regno eterno della morte troverai quella pace invano sospirata in questa vita di miserie e di affanno.
La morte è imparziale, senza far differenze di razza o posizione sociale, al nostro fianco, dalla nascita, aspetta l’ora di portarci via con se.
“È la vita” mi hanno detto così. No cazzo, perché non si può morire di un tumore.
La vita è appesa a un filo. Quando si spezza si cade a terra e tutto finisce.
Con i ricordi i nostri cari continueranno a vivere in un posto sicuro il nostro cuore.
La realtà che percepiamo è ricostruita attraverso sinapsi; quando qualcuno per noi importante viene a mancare in realtà occuperà per sempre quel posto nel nostro cuore.
Dove mi porti? “Chiedilo al coraggio”, esclamò la morte. Ma il coraggio non rispose e la morte tacque. Si guardarono. Fu la vita.
Muore sempre il più bravo, senti sempre dire: era un buon ragazzo, era un uomo amabile, era una donna socievole e brava casalinga, e molto altro buonismo, mai una volta che c’è ne sia uno cattivo.
Non è dalla morte che si giudica qualcuno ma da quel che è stato durante la vita.
Tutti abbiamo una scadenza in comune, ma tutti ci rifiutiamo di pensarci.
Metà del mondo muore di fame e l’altra metà d’indigestione.