Alessandro Manzoni – Religione
Là è la provvidenza.
Là è la provvidenza.
Dio non turba la gioia dei suoi, se non per preparare una cosa più grande.
Non sempre quello che viene dopo è progresso.
Non sempre ciò che vien dopo è progresso.
L’orgoglio, che tacitamente ci fa supporre la nostra superiorità nell’abbassamento degli altri, ci consola dei nostri difetti col pensiero che gli altri ne abbiano simili o peggiori.
Regala agli altriPrenditi a cuore gli affanni,le esigenze di chi ti sta vicino.Regala agli altri la luce che non hai,la forza che non possiedi,la speranza che senti vacillare in te,la fiducia di cui sei privo.Illuminali dal tuo buio.Arricchiscili con la tua povertà.Regala un sorrisoquando tu hai voglia di piangere.Produci serenitàdalla tempesta che hai dentro.”Ecco, quello che non ho te lo dono”.Questo è il tuo paradosso.Ti accorgerai che la gioiaa poco a poco entrerà in te,invaderà il tuo essere,diventerà veramente tua nella misurain cui l’avrai regalata agli altri.
Il coraggio, uno non se lo può dare.
È uno de’ vantaggi di questo mondo, quello di poter odiare ed esser odiati, senza conoscersi.
Questo matrimonio non s’ha da fare, né domani, né mai.
È la falce che pareggia tutte le erbe del prato…
Con l’idee donna Prassede si regolava come dicono che si deve far con gli amici: n’aveva poche; ma a quelle poche era molto affezionata. Tra le poche, ce n’era per disgrazia molte delle storte; e non eran quelle che le fossero men care.
Di libri ne basta uno per volta, quando non è d’avanzo.
Fra le persona colte è un inconveniente molto comune quello di pronunciare rettamente le parole e annettervi idee spropositate. Ad Agnese era accaduto il contrario: ella storpiava il vocabolo ma aveva un’idea precisa della cosa.
Se la cosa avesse a decidersi a ciarle, lei ci metterebbe in sacco. Noi non ne sappiamo, né vogliam saperne di più. Uomo avvertito… lei c’intende.
Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un’ampia costiera dall’altra parte; e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all’occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l’Adda rincomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l’acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni.
All’avvocato bisogna raccontar le cose chiare: a noi tocca poi a imbrogliarle.
“Carneade! Chi era costui?”, ruminava tra sé don Abbondio seduto sul suo seggiolone.