Anonimo – Morte
La morte non è un periodo di chiusura dell’esistenza, ma soltanto un intermezzo, un passaggio da una forma all’altra dell’ essere infinito.
La morte non è un periodo di chiusura dell’esistenza, ma soltanto un intermezzo, un passaggio da una forma all’altra dell’ essere infinito.
Quanto più un uomo è forte e tanto più dolorosamente sente pesare su di sé la morte.
L’abitudine a vivere non ci fa accettare la morte.
Non importa dove andrò dopo la morte, tanto ho degli amici che mi aspettano da entrambi i lati.
Quando ti rendi conto di essere inutile come persona e come essere non sei più in grado di pensare a te stesso… semplicemente smetti di pensare e lasci che la vita ti scivoli via.
La morte pone fine alla vita, ma fa nascere se stessa.
La più crudele eredità della morte è che spesso lascia gli altri prigionieri della vita.
Tutto quello che conta non è vivere, ma saper morire.
Guardare senza paura alla morte, come ad un’amica onnipresente, inseparabile compagna di viaggio, capace e saggia consigliera.
Ci sono molti modi per morire: il peggiore è morire dentro mentre continui a vivere fuori.
Se bastasse un sorrisoper farti tornareil mondo sarebbeavvolto da infiniterisate.Se bastasse un bacioper riavertiil cielo sarebbecostellato dellemie labbraarse e sfinite.Se bastasse un abbraccioper ritrovartile mie bracciasarebbero stanche e dolenti.Se bastasse uno sguardoper riavertii miei occhi attraverserebberole albe e i tramonti.Se solo potessiriportarti a mecol solo pensieronelle nottisilentimi cullerei eternamentedi lunghisonni d’amore…
Tutti gli attimi feriscono, l’ultimo infinitesimale uccide.
La morte è la vera amica dell’uomo: ti fa una promessa il giorno della tua nascita e nessuno può dire che non l’abbia mantenuta.
Lui è morto, ha portato via con se il caldo, il sole. Io non lo so cosa c’è dopo la morte, so solo perchè mi ha rubato l’amore, adesso sono incavolata nera con lei, perchè lui era mio, perché me l’ha strappato dalle mani, forse dovrò saldare questo debito con la signora nera, forse capirà la mia rabbia, ma quando la incontrerò di sicuro mi restituirà ciò che è mio, allora lo sarà per sempre.
Di qui a cent’anni, tanto varrà il lino quanto la stoppa.
Quando la campana ha suonato, è inutile dir di no.
Al serrar degli occhi si saldano i conti.