Daniele Tartaglione

I ricordi sono aeroplani, la mente è il cielo, ed ogni tanto qualcuno te ne precipita dentro!

Il passato è una foto, alcuni la portano nel proprio portafogli, altri la gettano in un cesso.

Il suo problema è che quando mi guardava ci vedeva solo ieri. Il mio è che io guardandola ci vedevo oggi domani e per sempre.

Le lancette di un orologio vanno sempre in avanti, ma nel farlo fanno una infinità di volte lo stesso percorso, passano sempre per un un punto, un punto che hanno già visitato. Noi facciamo la stessa cosa, andiamo in avanti ma qualche volta passiamo e sostiamo su i ricordi di ciò che stato, e poi ripartiamo o ci rompiamo restando fermi li.

Non negare al passato di venirti a trovare, non gli chiudere la porta in faccia, non ti servirebbe perché egli ha le chiavi. Piuttosto convivici, arriverà l’ora nel quale si sentirà di troppo e ti dirà addio.

Alcune cose restano impresse sotto le palpebre; ciò ci ricorda che, anche se chiudiamo gli occhi, non svaniscono.

Forse sono morto e questo è l’inferno. Forse quei bei sogni che faccio sono solo ricordi.

Era una finestra affacciata sui ricordi, ma parte di un palazzo andato giù tempo fa.

Aveva l’aria di qualcuno che avesse perso qualcosa, e dava l’impressione che quel qualcosa o qualcuno lo cercasse ovunque andasse.

Se i ricordi riescono ancora a farti del male, probabilmente il passato non è passato.

Quando qualcuno sparisce dalla tua vita ti lascia un vuoto dentro, un vuoto che non puoi colmare con qualsiasi cosa, le cose non sono fatte tutte della stessa misura, com’è necessario quel tassello di puzzle che ti manca per dare forma a tutto il resto.