Enrico Giuffrida – Silenzio
Il silenzio arresterà la sua corsa, quando avrà raggiunto l’obbiettivo.
Il silenzio arresterà la sua corsa, quando avrà raggiunto l’obbiettivo.
Tra le aurore glaciali del silenzio, divampa il più intimo pathos.
Dal fuoco dell’anima che strepita, il silenzio, ergendosi, tuona nell’infinito.
Tanto più ardua è la salita, incommensurabile sarà la gioia alla vetta.
La percezione del valore delle cose è inversamente proporzionale alla possibilità del loro utilizzo; più sono vicine a noi, meno è il valore che ad esse attribuiamo.
Il tempo pseudonimato, rispecchia nitidamente la psiche e le nostre miserie umane.
L’eccessivo ristoro debilita il corpo e l’intelletto.
Il tempo e lo spazio non sono i nemici del cuore.
Ci vuole arte nell’agire, comportandosi come un impermeabile ed è necessario apprendere il modo in cui riuscire ad ergere quello scudo protettivo per l’io interiore. Ci sono eventi o trattamenti ricevuti, che a volte risultano eccessivi o errati, che vanno inevitabilmente a modificare, a cambiare e a issare ulteriori paletti nella propria esistenza.
Ogni colore simboleggia un aspetto specifico della vita. La relativa attribuzione è innata.
Quello che oggi il tempo non distrugge, domani sarà una fortezza.
Laddove l’ignoranza con arroganza urla, il silenzio, con eleganza istruisce.
La vera beatitudine fa tacere ogni forma di acredine.
La monotonia, frutto della nebbia dell’animo, si traduce in sorgente di errata ricerca del piacere e distruzione di ciò che la chiesa a volte appella “tempio di Dio”
Il trono dei parlamentari italiani capitolerà, nell’agognato momento in cui affideremo al presidente della repubblica, quei poteri decisionali, volti alla tutela dei bisogni della collettività. Sin quando questo non avverrà, andremo avanti come una tartaruga e continueremo ad osservare quella bilancia, in cui la ricchezza economica risulta sproporzionatamente concentrata nelle mani candide, prive di calli di chi abbiamo designato con le nostre mani, mani che risultano provate dalla fatica per riuscire (quando si ha fortuna) a portare quell’essenziale.
La poesia a volte diventa espressione artistica del grido dell’anima. È quel momento in cui il pianto sommerso, giunge sino a quelle pallide mani che impugnano quella stilo, ossia quella penna che rende lugubre ciò che, alla sua origine, era un candido foglio di carta.
Volontà, determinazione e coraggio sono le vele da issare per iniziare un nuovo cammino, tracciato dalle nostre decisioni.