Fabrizio De André – Società
Questo nostro mondo è diviso in vincitori e vinti, dove i primi sono tre e i secondi tre miliardi. Come si può essere ottimisti?
Questo nostro mondo è diviso in vincitori e vinti, dove i primi sono tre e i secondi tre miliardi. Come si può essere ottimisti?
È mai possibile o porco di un cane che le avventure in codesto reame, debban risolversi tutte con grandi puttane?
Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori.
Se i cosiddetti “migliori” di noi avessero il coraggio di sottovalutarsi almeno un po’ vivremmo in un mondo infinitamente migliore.
Venne alla spiaggia un assassino, due occhi grandi da bambinodue occhi enormi di paura, eran gli specchi di un avventura.E chiese al vecchio dammi il pane, ho poco tempo e troppa famee chiese al vecchio dammi il vino, ho sete e sono un assassino.Gli occhi dischiuse il vecchio al giorno, non si guardòneppure intorno, ma versò il vino e spezzò il paneper chi diceva ho sete e ho fame.
La solitudine non consiste nello stare soli, ma piuttosto nel non sapersi tenere compagnia. Chi non sa tenersi compagnia, difficilmente la sa tenere ad altri.
È chiaro che la virtù mi interessa di meno, perché non va migliorata. Invece il vizio lo si può migliorare: solo così un discorso può essere produttivo.
Passerà anche questa stazione senza far male, passerà questa pioggia sottile come passa il dolore.
Quando riascolterò il vento tra le fogliesussurrare i silenzi che la sera raccoglie.
E a un Dio “fatti il culo” non credere mai.
E non Dio ma qualcuno che per noi l’ha inventato ci costringe a sognare in un giardino incantato…
Durante il rapimento mi aiutò la fede negli uomini, proprio dove latitava la fede in Dio. Ho sempre detto che Dio è un’invenzione dell’uomo, qualcosa di utilitaristico, una toppa sulla nostra fragilità… Ma, tuttavia, col sequestro qualcosa si è smosso. Non che abbia cambiato idea ma è certo che bestemmiare oggi come minimo mi imbarazza.
Quello che io penso sia utile è di avere il governo il più vicino possibile a me e lo stato, se proprio non se ne può fare a meno, il più lontano possibile dai coglioni.
Potevo chiedervi come si chiama il vostro cane. Il mio è un po’ di tempo che si chiama Libero.
…pensavo è bello che dove finiscono le mie dita debba in qualche modo incominciare una chitarra.
Cantavo imitando Modugno e d’altronde come si poteva non subire la sua influenza?
Ho sempre avuto pochissime idee, ma in compenso fisse.