Francesco Iannì – Progresso
Non c’è futuro senza memoria; i ricordi di ieri sono i desideri di domani.
Non c’è futuro senza memoria; i ricordi di ieri sono i desideri di domani.
La strada per la pace non porta né a destra né a sinistra: essa conduce nell’intimo del proprio cuore.
Non capita di rado che l’ispirazione sia soltanto la musicalità che, secondo noi, dovrebbe avere un determinato pensiero; è così che arriviamo a imbastire una catena di parole che possano, in qualche modo, dare forma a quell’idea che tanto ci affascina. Una volta esaurito il ritmo, però, mandiamo avanti la storia sforzandoci di trovare altre parole, imponendoci di farci venire in mente nuove idee; è proprio così, invece, che la storia finisce col perdere qualcosa di estremamente importante. Paradossalmente, per poter risultare compiuti, molti racconti e poesie dovrebbero rimanere semplicemente incompleti, privi di un finale forzato.
La poesia più bella nasce sempre dalle lacrime sincere di una grande delusione, anche quella che non viene scritta. La sofferenza strizza il cuore e il succo che ne viene fuori è arte.
La poesia nasce sempre dalla passione; ma la passione, purtroppo, non sempre genera la poesia.
Scrivo per celebrare l’amore e l’odio, la bellezza e il pathos. Scrivo per ritrovare la serenità perduta, la gioia di vivere e la poesia del mio animo. Scrivo per collezionismo, perché ho paura della morte, per esorcizzarla. Scrivo per me stesso, perché mai potrei farne a meno. Scrivo nella speranza (spesso vana) di essere scoperto da qualcuno che possa apprezzare e condividere.
Lo scrittore è come un segugio che scava per portare alla luce qualcosa nascosto in profondità. Mentre il cane si serve delle zampe per esplorare il terreno, lo scrittore si fionda nel baratro emozionale della propria interiorità. Il risultato non cambia: in entrambi i casi, si entra in contatto con una realtà preesistente e sconosciuta.
Se priva di musicalità, la poesia non è più poesia.
Permette agli altri di leggere la sua anima colui che fa del verbo uno scalpello per sbozzare il proprio mondo interiore. Perché il poeta sincero è un artigiano che realizza sogni, emozioni e speranze utilizzando soltanto le parole.
Che ci sia o no qualcuno ad ammirarli, i fiori sbocciano. E lo stesso vale pure per la poesia.
Arrivando a un sano equilibrio tra sfogo personale e comunicazione, il vero poeta scrive perché ha qualcosa da dire. E vuole farlo a modo suo.
Quando scrivo, metto su carta il mio cuore. E il mio cuore non può mica piacere a tutti.
Prendiamo le nostre scelte basandoci su quello che crediamo sia meglio per noi stessi, piuttosto che su ciò che qualcun altro pensa che dovremmo fare!Impariamo a dire “voglio” senza sentirci in colpa, sfuggendo alla tirannia dei “dovrei”!
Il “diverso” mostra sé stesso agli altri ed insegna loro che l’Io non esiste in senso assoluto, che non vi è un modo giusto di essere, che il concetto di “normalità” è del tutto relativo.
Spesso il silenzio crea imbarazzo poiché dà via libera a pensieri a cui non si vorrebbe dare ascolto.
Non capita raramente di recitare una parte, di mascherarsi, di adottare comportamenti lontani dalla propria vera essenza per ricevere un consenso.
Il coraggio consiste nel comportarsi di fronte ai pericoli o agli ostacoli come se essi non esistono.