Giovanni Nebuloni – Filosofia
Osservò tanto a lungo che scomparve.
Osservò tanto a lungo che scomparve.
Tu, nulla, ma unico nel piccolo universo.
Scrollò la testa e la perse.
Il buio calò tanto da inabissarsi.
Se l’orizzonte fosse verticale, non vi sarebbe linea di fuga e lo spazio bidimensionale sarebbe il tempo.
A un passo dal fuoco, l’acqua agghiacciò.
Il peccato originale della vita era la morte.
Il puerile fondamento escatologico della storia è l’impossibilità di prevedere il futuro e di comprendere il presente.
Nulla meglio del punto ritrae la condizione umana.
Sulla spiaggia della memoria, c’erano orme che marea o risacca non potevano cancellare.
La prospettiva della sfera è la quadratura del cerchio.
Più che giù di corda, il violino scordato si sentiva solo.
Racconto breve: “Mai dire mai” disse la parola allo specchio.
Nello spazio finito d’una clessidra vuota, il tempo è infinito.
L’ombra non va mai in bianco.
La comprensione comporta la compenetrazione. Diversamente, l’esterno non sarebbe l’interno.
I pensieri non lasciano mai polvere.