Jorge Luis Borges – Vita
La vita è troppo povera per non essere anche immortale.
La vita è troppo povera per non essere anche immortale.
Un uomo si propone di disegnare il mondo. Nel corso degli anni popola uno spazio con immagini di province, di regni, di montagne, di baie, di vascelli, di isole, di strumenti, di astri, di cavalli e di persone. Poco prima di morire, scopre che quel paziente labirinto di linee traccia l’immagine del suo volto.
Stampando una notizia in grandi lettere, la gente pensa che sia indiscutibilmente vera.
Non si può restituire in altri quelle illusioni che sono morte in noi.
Finché dura il pentimento, dura la colpa.
L’addio è un’enfasi, un’insensata festa dell’infelicità.
Il gran mattino reca l’illusione di un inizio.
Il proposito che lo guidava non era impossibile, anche se soprannaturale. Voleva sognare un uomo: voleva sognarlo con minuziosa interezza e imporlo alla realtà…Comprese che l’impegno di modellare la materia incoerente e vertiginosa di cui si compongono i sogni è il più arduo che possa assumere un uomo, anche se penetri tutti gli enigmi dell’ordine superiore e dell’inferiore: molto più arduo che tessere una corda di sabbia o monetare il vento senza volto…Sognò un uomo intero, un giovane, che però non si levava, né parlava, né poteva aprire gli occhi. Per notti e notti continuò a sognarlo addormentato…Nelle cosmogonie gnostiche, i demiurgi impastano un rosso Adamo che non riesce ad alzarsi in piedi; così inabile, rozzo ed elementare come quest’Adamo di polvere, era l’Adamo di sogno che le notti del mago avevano fabbricato…Nel sonno dell’uomo che lo sognava, il sognato si svegliò. […]Prima (perché non sapesse mai che era un fantasma, perché si credesse un uomo come gli altri) gl’infuse l’oblivio totale dei suoi anni di apprendistato…Non essere un uomo, essere la proiezione del sogno di un altr’uomo: che umiliazione incomparabile, che vertigine!.Andò incontro ai gironi di fuoco: che non morsero la sua carne, che lo accarezzarono e inondarono senza calore e senza combustione…Con sollievo, con umiliazione, con terrore, comprese che era anche lui una parvenza, che un altro stava sognandolo…
È noto che in Irlanda un uomo disse che l’attenzione di Dio, che mai dorme, raccoglie eternamente ogni sogno, ogni vuoto giardino e ogni lacrima. Continua il dubbio e la penombra cresce. Se sapessi che è stato di quel sogno che sognai, o che sogno aver sognato, saprei tutte le cose.
Scrivere non è niente più di un sogno che porta consiglio.
Ho conosciuto l’incertezza: una condizione sconosciuta ai greci.
Il vantaggio di avere degli imitatori è che alla fine essi operano una guarigione di te stesso.
La gloria è una forma d’incomprensione, forse la peggiore.
Non dalla spada né dalla rossa lancia difendimi, o signore, ma dalla speranza.
È più facile morire per una religione che viverla assolutamente.
Ogni poesia è misteriosa; nessuno sa interamente ciò che gli è stato concesso di scrivere.
La Terra è un paradiso. L’inferno è non accorgersene.