Roberto Giusti – Tristezza
Il grido dell’anima è quanto di più straziato può ascoltare il nostro cuore.
Il grido dell’anima è quanto di più straziato può ascoltare il nostro cuore.
Che importanza vuoi che abbia stare dentro una folla, se alla fine ti senti solo.
La rabbia è il sangue che sgorga dalle ferite dell’anima.
Bisognerebbe ricordare sempre gli anni. Sono i giorni che feriscono.
Farà sempre male sentire qualcuno nel cuore e non poterlo avere tra le proprie braccia.
Alla fine capisci di aver sofferto per niente di aver amato inutilmente che tutto ciò che credevi non c’era l’unica cosa che non capisci è: allora ma perché cazzo ci sto cosi ancora.
E poi arriverà il giorno che odierai pure quel qualcuno che un tempo amavi più di te stesso.
Ma non ci credo più alle “fiabuccole” che dicono che l’amore vince sempre! Non credo più nemmeno che i buoni alla fine verranno ricompensati dei torti subiti. Non credo nemmeno di sapere cosa voglio… figuriamoci! Una cosa però la so: “Nella mia vita ho amato più di quanto sono stata amata, ho sofferto più di quanto potevo sopportare, e adesso. Adesso che ho una buona dose di esperienza sulla schiena, sono al punto di partenza… probabilmente ricadrò negli stessi errori, ma noi siamo così no? Anime tormentate.
Mi buttasti laggiù tra l’erba e il guard rail. Senza voltarti dicesti che non servivo a niente, non ti sembravo nemmeno più bella. Allorché i miei petali si chiusero formando un cappuccetto rigonfio nell’oro del tramonto. E accolsi il fiume salato del mio pianto.
La solitudine sta diventando una gabbia. Qualcuno troverà la chiave per farmi uscire?
Mi fa male talmente il cuore dal freddo che sento che nessun raggio di sole di questa fantastica estate riesce a scaldarmelo.
Malinconia, tu riflessa nei miei occhi tu sai, solo tu sai la mia vera malinconia!
Ci sono quei giorni, quei giorni particolari. Che ti senti pioggia, non importa se il sole brilla e sorride, tu ti senti pioggia e rimani tale! Pioggia!
Poi entri in un tunnel ove non vi è via d’uscita. Ti assorbe ti stringe e ti lascia a terra! Ne uscirai ti chiedi, certo che ne uscirai, ma non sai quando! Ed è quell’attesa del quando che non lascia nulla. Neanche la speranza! E. tutto è, nulla se non una nota stonata!
Sei sola, eppur hai scelto tu questa tua solitudine, l’hai voluta tu, si vero l’hai scelta tu, perché? Quante volte te lo sei chiesta? Hai dimenticato! Palese è la risposta, forse, solo forse perché eri stanca stanca d’essere in compagnia e sentirti egualmente sola!
E cala dal nulla in me la tristezza. Non oso chiedere perché, ne temo la risposta. L’abbraccio e le permetto di farmi compagnia.
La solitudine non mi ha mai spaventata. La vita non mi spaventa, cos’è che mi spaventa? Il mondo dietro le maschere!