Detto Popolare – Guerra & Pace
Al nemico che fugge, ponti d’oro!
Al nemico che fugge, ponti d’oro!
Se i miei soldati cominciassero a pensare, nessuno rimarrebbe nelle mie file.
Fare la guerra in nome della pace è come fare sesso in nome della verginità.
La condizione dell’uomo é una condizione di guerra di ciascuno contro ogni altro.
Soldi, non moralità, questo è il principio delle nazioni civilizzate.
La miglior rivincita che mi posso prendere su costoro, è che d’ora in poi siano sudditi, e non più liberi.
La guerra è il massacro di persone che non si conoscono, per conto di persone che si conoscono ma non si massacrano.
Essere un soldato è un orgoglio per il proprio paese, ma una vera vergogna per ciò che il proprio paese è capace di fare ed arrivare.
Tutti siamo uguali e non c’è differenza fra ognuno di noi, e credo che tutti noi ci facciamo una sola domanda: dov’è finito l’amore? Gente che uccide gente che muore i bambini soffrono li possiamo sentire piangere. Più passano i giorni e più ci sono cambiamenti strani però se l’amore e la pace sono sempre così forti perchè non vincono mai? I paesi in guerra buttano le bombe e i gas tossici che riempiono i polmoni dei bambini così le sofferenze continuano. Le persone si chiedono che cosa è andato storto di questo mondo, incominciano ad arrendersi così prendono decisioni sbagliate. Le persone non si rispettano ci sono guerre ma i motivi sono nascosti, la verità è nascosta e certe volte può far male. Tutti sentiamo il peso del mondo sulle spalle e più invecchiamo e più diventiamo freddi. La maggior parte della gente pensa solo ai soldi e l’egoismo li porta nella direzione sbagliata. Non si sa dov’è finita l’uguaglianza e la correttezza invece di spargere amore, spargiamo sangue. Dobbiamo mantenere duro finchè non trionferanno: la pace e l’amore.
Non amo la spada per la sua lama tagliente, né la freccia per la sua rapidità, né il guerriero per la sua gloria. Amo solo ciò che difendo…
Gli uomini che tentano di riappacificarsi dopo la guerra sono come le fogliesparse in un giardino. Quante più sono, tanto più il vento cercherà di scuoterle nell’aria.
Solo quando l’uomo si inchinerà alla risata di un bambino innocente trionferà la pace.
Chi vede come noi uomini siamo fatti e pensa che la guerra è bella o che valga più della pace è storpio di mente.
Nessuno si dimentica mai dove ha sotterrato l’ascia di guerra.
In verità mai, quaggiù, si potranno placare gli odii con l’odiare.
Io non ho mai veduto città che non desideri la rovina della città vicina: niuna famiglia che non voglia sterminare qualche altra famiglia. Per tutto i deboli hanno in esecrazione i potenti, innanzi ai quali s’avviliscono, e i potenti trattano quelli come le pecore, di cui si vende la lana e la carne. Un milione d’assassini arruolati, corre da una parte all’altra dell’Europa, esercitando l’omicidio e la ruberia con disciplina, per guadagnare il pane, perché non hanno più onesto mestiere; e nelle città che sembrano goder la pace, e dove fioriscono l’arti, gli uomini son divorati da più gare, più pensieri, e più inquietudini, che una città assediata non prova fiamme; le tristezze secrete sono ancor più crudeli che le miserie pubbliche.
Immagino un mondo senza guerra, un mondo senza odio. E immagino noi che lo attacchiamo, perché non se l’aspetterranno.