Michel Eyquem de Montaigne – Morte
Ci turbiamo la vita con la preoccupazione della morte, e la morte con la preoccupazione della vita.
Ci turbiamo la vita con la preoccupazione della morte, e la morte con la preoccupazione della vita.
Chi vive più di una vita muore più di una morte.
Che c’è di tanto ridicolo quanto cercare la morte, se proprio per paura della morte ti sei reso la vita impossibile?
La morte dà riposo, quando arriva chiudi gli occhi e accontentati.
Da ogni altra cosa è possibile metterci al sicuro, ma rispetto alla morte noi tutti abitiamo una città senza mura.
D’animo molto meschino è colui che ha molte ragioni fondate per mettere fine alla sua vita.
La morte non è niente per noi. Ciò che si dissolve non ha più sensibilità, e ciò che non ha sensibilità non è niente per noi.
I cattivi finiscono in un modo infelice, i buoni in modo sfortunato: questo è quel che significa la tragedia.
La morte è come il sonno, ma con questa differenza: se sei morto e qualcuno grida “In piedi, è giorno fatto!”, ti riesce difficile trovare le pantofole.
Chi si accorcia di vent’anni la vita, accorcia di altrettanto la paura della morte.
Fa meraviglia che la maggior parte degli uomini abbia tanta paura degli spettri, mentre si acconsente così facilmente a parlare con i morti in sogno.
La meditazione della morte non insegna a morire.
Sentii ciò che sentiamo quando muore qualcuno: l’angoscia, ormai inutile, che non ci sarebbe costato niente essere stati più buoni.
Il pianto offusca le proprie colpe e permette di accusare, senz’obiezioni, il destino.
I codardi muoiono mille volte, i coraggiosi una volta sola.
Ogni suicidio è la soluzione di un problema.
Morire per una fazione è un male comune, ma essere impiccati per un’assurdità è il demonio.