Angelo Cora – Vita
La vita non ti chiede di pagare l’ingresso ma al secondo ballo già ti presenta il conto.
La vita non ti chiede di pagare l’ingresso ma al secondo ballo già ti presenta il conto.
Sarà pur vero che il fumo, spesso fa male, ma mai ho visto la vita un solo giorno, con qualcuno, fermarsi a giocare.
Pare infinita la vita quando di giovinezza vestito, il mondo pare un pallino pare un pallino la vita, quando dal’alto degli anni la scorgi quasi finita.
M’è troppo presto il meriggio, per vivere già la mia notte.
Somigliano a fiocchi di neve le donne, eleganti, fredde, sinuose, pare una danza, il loro innanzi passare. Ma basta uno sguardo impetuoso, per farle, sciogliere il cuore.
È bello per l’uomo poter ogni tanto tornare quel bimbo senza peccato, ma è meraviglioso vedere il bambino restare tale, prima che la vita lo abbia del tutto plasmato.
Non sempre si piange un amore quando si sente fuggire se ciò che lascia in memoria scritto nel diario del cuore è talmente sottile, che non si riesce a capire.
È quando vorresti ridere Che sempre un qualcosa fa piangere.
È triste la vita, che troppo presto c’invecchia e saggi ci fa troppo tardi.
Puoi chiamare più volte, urlare anche forte che il lupo ti bussa alla porta se poi chi deve sentire ti ascolta quando sei morta.
Non sono gli scuri colori del’acqua ad annunciare la concavità, più fonda del mare né l’esteso rumore del’onda, che la rena più forte divora non è un timido raggio di sole, che fa sbocciare le viole né la parola più cara, rivela ciò che fa battere, il cuore è la bellezza che si cela, dietro quel dialogare banale, che colorando l’istante rivela l’inatteso pensare.
È greve il dover patire si tanta cruenta ignoranza di colui che ogni parola l’avvolge in gratuita bestemmia.
Nel lungo tepor del’abbraccio, che pelle con pelle scioglieva più non riuscii a capire, dov’era rimasta la mano, che nel nel bagnato pareva.
Quando fai una nuova conoscenza che gl’occhi ti sanno mostrare non aspettarti che possa il tuo cielo cambiare o rossi aquiloni innalzare ma devi solo sperare, che possa le nubi fugare, per far il sole tornare.
Il silenzio che avvolge il pensiero, nel meriggio che attende la sera, somiglia allo scuro d’un cielo, che vuole il suo sole scordare, perché non s’è visto tornare.
Io non so se dopo un giorno che muore, il vento giocherà ancora, tra gli steli sottili dei fiori, ma non si deve temere, il vento giocherà sempre, perché il vento non muore.
È quando vorresti ridere Che sempre un qualcosa fa piangere.