Michelangelo Da Pisa – Paura & Coraggio
Due sono le virtù che non bisognerebbe perdere mai, il coraggio delle proprie debolezze e la forza necessaria a sostenere il peso delle emozioni.
Due sono le virtù che non bisognerebbe perdere mai, il coraggio delle proprie debolezze e la forza necessaria a sostenere il peso delle emozioni.
Non aver paura dell’oscuro, figlio mio, anche la notte ha le sue voci, come il giorno le sue croci, è la vita, l’ombra muore senza luce e le tenebre nell’aurora da sempre trovan pace. Non è forse su un drappo nero che son ricamate le stelle? Chè accendere un lume lo san fare tutti, tu prova a spegnere il buio, a tener i tuoi sogni asciutti.
La paura di esporsi è una gran fabbrica di rimpianti, il timore di apparire ridicoli ha spesso la meglio sulla probabilità di essere felici. Per questo preferisco collezionare lividi a una pelle priva di brividi.
La paura della solitudine genera più coppie del coraggio dell’amore.
Con la fortuna che ho, se vendessi l’anima al diavolo, usufruirebbe del diritto di recesso.
Non ho santi in paradiso, ma ho ottime referenze all’inferno.
Ho il non trascurabile vantaggio che mi presenterò all’inferno con un discreto bagaglio di esperienza terrena.
Sulla Terra hanno vissuto centosei miliardi di persone sin dalla comparsa dell’uomo. Chissà che casino trovare parcheggio all’inferno.
Spesso il tuo peggior nemico lo puoi combattere davanti a uno specchio.
Né scoperta né invenzione, la musica è la risposta divina alle umane miserie, è il contrappeso che riequilibra l’anima.
Mi rifugio nella musica perché mi protegge dal rumore di fondo, dal frastuono che ho dentro.
Sappiate che ogniqualvolta asserite che un dj suoni, in qualche parte del mondo, un pianoforte si scorda.
Ho scelto il mio epitaffio: “Inferno: Visualizzato alle ore 18: 43”
Spargere frammenti di noi nell’arco della vita, disseminare il nostro animo ovunque, mettere radici nei pensieri altrui, fiorire nelle parole di chi ci ama, diffonderci senza mai confonderci. Non è forse questo l’eterno inganno ai danni della morte?
L’unico punto debole della morte è la memoria. Un ricordo ha straordinarie capacità di sopravvivenza, sorride beffardo di fronte ad essa mentre assapora il sale di una lacrima.
Tradire il fare, c’è di mezzo l’amare.
Se hai un italiano zoppicante, perché avventurarsi in un inglese strisciante? Perché?