Michele Gentile – Poesia
Lascio che sia sempre la poesia a decidere per me.
Lascio che sia sempre la poesia a decidere per me.
Scrivo a tempo di cuore.
La poesia è l’unica religione, la sola rivoluzione credibile.
Scrivere poesie è il mio modo di piangere.
Il poeta vive di tanta solitudine e un po’ di speranza.
Allora penso, scrivo; accanto alla penna rimane un tempo sospeso, attento ai prossimi versi; imprigionato in un cielo dal quale potrà piovere solo per asciugare una lacrima o dissetare un sorriso.
Simile al sole splende la mia paura. Notte di assenze.
Notte, una di quelle che non danno scampo, sinistra sinfonia di rumori e timori ancestrali.Un sudario di nubi basse e vermiglie avanzava implacabile dalle cime dell’orizzonte, si apprestava lento a nascondere le stelle del cielo mentre il chiarore della luna colava sulle sponde del lago e poteva ancora scivolarne sopra le acque immobili come argento fuso. Un vento freddo e straniero sussurrava promesse di tempesta…
Funerea falce nell’infinito ventre oscilla sul capo dei condannati a vita.
Penso che solo la morte possa insegnarmi l’arte della rassegnazione.
Che tipo che sei, mi ricordi qualcuno che non ho mai conosciuto!
Le migliori rivoluzioni nascono dalle pagine di un libro.
Né limiti, né confini, nessuna frontiera; apparteniamo al fedele abbraccio dell’immenso divenire.
Vorrei essere come il vento; senza giudizio, senza cielo, senza spiegazioni.
Leggere serve a sognare che vuol dire amare che equivale a vivere.
Voglio prendermi un pezzo di questo mondo e tutte le promesse del vento.
Napoli è una poesia scritta dal mare e letta dalla terra.