Michele Gentile – Stati d’Animo
Altro non sono che una realtà taciuta, abbandonato persino dai rimorsi abito la stanchezza di troppi mari.
Altro non sono che una realtà taciuta, abbandonato persino dai rimorsi abito la stanchezza di troppi mari.
Serascritta in un lampomortifica gli dei.Immortale,forse felicegrammaticadi parole negate.Prenditi cura del dolorelascialo libero,non sa quello che vuolegli occhi si arrendono.Pensaci tu al silenzioa cucirgli la bocca,non sa quello che dicele ombre riposano.Io devo andarevele verdislacciano l’orizzonte…sono un cacciatore di delusioni,infallibile nel suo mestiere.
E sono una fiamma che trema, nel vento che tace. Una luna che porge la sua mano a chi s’inchina poco prima di conoscere il sole.
Cento lune a picco sul mare, lucciole di un marinaio non ancora vinto dalla burrasca.
Cosa me ne faccio di quest’alba se abbiamo smesso di sorprenderci.
Aveva i miei stessi occhi, il mio sorriso, la mia solitudine. Avevamo la stessa voglia di veder sorgere il sole. Era la notte.
Considero i miei giorni, la mia intera esistenza come un meraviglioso sentiero dipinto dalla sorte con i colori vivi e cangianti della natura.
La sensibilità è dittatura dell’anima.
Ho avuto modo di conoscere alcuni mendicanti, il loro mondo. Le assicuro, signor Corelli, che sono persone meravigliose, i veri poeti della vita!
Alle volte abbiamo bisogno solo di una scusa per sbagliare.
Credo sia necessaria molta più dolcezza nell’abbandonare un cuore che nel conquistarlo.
Vorrei essere all’altezza di ogni mio errore.
A me basta un tramonto per risorgere.
Sono un vero asso nello sprecare il cuore.
Dipingo altri colori altre ombre, viali dimenticati dove perdermi nuovamente.
Ho intenzione di vivermi, riscoprirmi degno delle carezze di un mattino. Per me i raccolti della terra, per me l’urgenza dei mari.
Ci sono luoghi che ti scelgono che ti amano, che ti vestono di bellezza, che non ti tradiranno mai.