Anna Maria D’Alò – Figli e bambini
Per i bambini ogni cosa è magia, per gli adulti ogni cosa è abitudine.
Per i bambini ogni cosa è magia, per gli adulti ogni cosa è abitudine.
La felicità non è giungere in cima alla montagna, ma è nel percorso della scalata, della fatica, dell’attesa di arrivare sulla sommità del monte.
La felicità è nell’attesa che illude il presente.
Costruire la propria felicità sull’altrui infelicità è come costruire una casa sulle sabbie mobili dell’anima.
Non tutto si esibisce agli sguardi curiosi: ci sono ferite, abrasioni, cicatrici sotto gli indumenti che bruciano sulla pelle e non vedranno mai la luce del sole. L’altrui felicità inganna.
Non c’è amore senza dolore, non c’è vita senza travaglio, non c’è alba senza la notte. Il ventre della gioia è sempre fecondato dalla fatica, dalla sofferenza, per essere infine partorita dopo il travaglio del buio, del dolore nella luce.
Quando l’anima trabocca di gioia è come un’esplosione di colori sulla tela.
L’allegria ha i pennelli adatti per colorare il tuo mondo danzante.
Si comprende che si era già felici quando si perde la semplicità quotidiana.
La felicità può durare un istante, la serenità un’intera vita se non rincorri la felicità.
La vita non è la ricerca della felicità, la vita è la ricerca di se stessi.
C’è una gioia che supera la felicità, ed è l’anima in amore.
Si è felici con poco quando si vive neppure dell’essenziale.
Non puoi rendere felice chi ti è accanto se prima non lo sei tu.
Non è rugiada, ma lacrime di gioia per l’arrivo dell’alba.
La felicità è l’abbaglio che si rincorre nel buio.
La felicità è nella vita di ogni giorno, perché ogni giorno vivi.