Michele Gentile – Vita
Sono un fallito pienamente realizzato!
Sono un fallito pienamente realizzato!
Se mi tradisce la speranza mi rifaccio con l’illusione.
Corri, corri pure, Tempo, e corri il rischio di non appartenermi più.
Ho tre care amiche che mi aiutano a vivere: la notte, la poesia, la morte.
A volte il giorno muore senza fare testamento!
Forse è destino che i tuoi tredici anni siano solo sudici panni, o forse è quel Dio di cui senti parlare che non ha messo il tuo nome tra le cose da fare.
Almeno avrò tentato, schiumato amore da zanne logore di rabbia, cercato sino alla fine quell’Uomo perduto da bambino.
Sole, come anime senza Dio come fortezze senza torri. Il mio nome si consuma nell’oblio né amore né dolore sololo stesso infinito, inutile cammino.
Magari fossi pazzo, sarei un uomo migliore!
Sono in equilibrio da una vita tra ieri e future primavere; padre di un paio di trucchi, figlio di nessuno ogni cicatrice è stata sfida, epica vittoria di un’eterna sconfitta.
Non amo abitare i luoghi comuni. Tasse troppo alte rispetto ai servizi che offrono!
Vivere senza poesia è come navigare senza timone.
Di tutti i peccati il non peccare pecca di presunzione.
Lungo il sentiero ho sconfitto demoni e saccheggiato speranze, più volte sono stato abbattuto, ferito nella carne dalle lame della malinconia ma non ho mai disconosciuto il valore del cammino, quasi mai disatteso la fatica della resurrezione, sempre e ostinatamente suddito della libertà.
Abbiamo solo una vita, grazie a Dio!
L’unico vero, grande, concreto atto rivoluzionario che riesco ancora a concepire è fidarmi degli altri.
Nel mio quartiere, ogni giorno la vita faceva l’appello: per chi c’era, per chi doveva esserci, e per chi, come me non poteva rispondere “fuori servizio”.