Raffaele Caponetto – Paura & Coraggio
È nella natura dell’uomo avere paura. Questo non è un difetto, anzi, è un fattore di sopravvivenza. Il difetto è non ammettere di avere paura.
È nella natura dell’uomo avere paura. Questo non è un difetto, anzi, è un fattore di sopravvivenza. Il difetto è non ammettere di avere paura.
Non tutto ciò che fa paura è pericoloso, ma il pericolo che ignoriamo.
Dio creò la donna per farci pregustare le gioie del Paradiso e le pene dell’Inferno.
Chi ha inferto grandi dolori, atroci sofferenze e profonde ferite nell’animo dei suoi simili, dovrebbe purificarsi nelle fiamme dell’inferno.
Il vero nemico dell’umanità è l’uomo stesso.
Per battere un tedesco gli devi schiacciare la testa (in senso metaforico); e lo stesso non puoi essere certo di avere vinto.
Il suicida è colui che invece di salire le scale a piedi, prende l’ascensore.
Il canto delle civette ed il grido degli allocchi, sono presagi di funesti rintocchi.
In occasione dell’anniversario dalla scomparsa di un caro amico, mi piace ricordarlo, con il suo simpatico cavallo di battaglia. Tra il serio e il faceto, definiva le donne cosiddette “rifatte”: mezze donne e mezze linoleum.
Ogni essere umano alla fine dei suoi giorni, entrando nella dimensione ultraterrena, prenderà atto che il bilancio della sua vita terrena è stato in perfetta parità, Da una parte tutte le cose positive; dall’altra tutte le cose negative, ed il tutto in perfetto equilibrio. Così giustizia è fatta.
Ti sei chiesto quale è il senso del tuo essere? Lascerai questo mondo dopo aver dato un contributo, di cui ci sarà traccia o sei stato una inutile meteora?
“Gli ho imparato a…”. Quante volte ho sentito questo strafalcione. Ed ogni volta è stato, per me, come ricevere una stilettata. Mi domando cosa imparano costoro alle scuole d’obbligo.
Se l’erba del vicino è sempre più verde, immagina come sono le mogli dei vicini.
I parenti sono come i denti, ti abbandonano nei momenti di bisogno. I parenti acquisiti sono come i fagioli, fanno la bella faccia davanti, poi sparlano di dietro.
Non posso dire di essere vivo, posso solamente dire di non essere ancora morto.
Due mesi di fidanzamento, dieci anni di convivenza, due figli, sei mesi di matrimonio, separazione, divorzio, ritorno a casa dai genitori; per fortuna che ci sono ancora.
Una giovane coppia che si ama in modo violento, frenetico, viscerale non si cura delle differenze che riguardano carattere, abitudini, usi e costumi. Non ha pregiudizi di carattere religioso, sociale, culturale. Tutto si brucia e consuma sull’altare della passione. Ma anche la passione brucia, si consuma, si estingue ed emerge, spesso, l’incompatibilità di una vita in comune. Allora ha valenza il caro, vecchio motto: moglie e buoi dei paesi tuoi. Questo non mette sempre al riparo da brutte esperienze, ma ne abbatte notevolmente la soglia.