Carmelo Greco – Morte
Da vivo non so dirti come si muore; da morto lo so ma non so come dirtelo.
Da vivo non so dirti come si muore; da morto lo so ma non so come dirtelo.
Eppure sarete simile a questo detrito,A quest’orribile infezione,Stella dei miei occhi, sole della mia natura,Lei, angelo mio e passione mia !
Nel diciannovesimo secolo il problema era che Dio è morto; nel ventesimo secolo il problema è che l’uomo è morto.
Noi tutti siamo rassegnati alla morte: è alla vita che non siamo rassegnati.
Per me si va nella città dolente, per me si va nell’etterno dolore, per me si va tra la perduta gente.
Noi siamo un cipresso con due cime, mosse talvolta con impeto o dolcezza, dal vento del diverso pensare. La morte farà di noi una cima sola.
La morte è tutto quello che si compie di giorno. La vita risiede nel silenzio notturno.
È meglio morire in piedi che vivere sulle ginocchia.
La paura di molti è quella di invecchiare… di altri invece, è il non poterlo fare.
La vita livella tutti gli uomini. La morte rivela gli eminenti.
Leggere, è guardare la morte senza vederla, senza crederci, gli occhi aperti, gli occhi beati.
Non è la morte, ma il morire, che è terribile.
La morteè l’unica bella,pura conclusionedi una grande passione.
La morte confina con la nascita, e la nostra culla sta nella tomba.
Alla perdita di quelli che amiamo, è meno la loro vita che ci sfugge che la loro morte che c’invade.
Ogni morte d’uomo mi riduce, perché io faccio parte dell’umanità.E, dunque, non chiedere mai per chi suona la campana. Essa suona per te.
Non ci si prepara alla morte, ci si separa della vita.