Michelangelo Da Pisa – Stati d’Animo
La sensibilità non ha pietà. Cinica e spietata, sfonda la porta dell’orgoglio e ti sbatte in faccia un’emozione.
La sensibilità non ha pietà. Cinica e spietata, sfonda la porta dell’orgoglio e ti sbatte in faccia un’emozione.
La sensibilità si presenta con puntuale cinismo tutte le volte che vorrei mostrare la lucentezza della mia armatura.
Ho milioni di istanti sottopelle in attesa di essere rianimati da una melodia, una foto, un odore. Ibernati sotto strati di quotidianità, uragani latenti in deserti silenti.
Solo nel momento in cui barcolli realizzi che l’equilibrio è una necessità.
M’adorno di sole, m’inebrio d’azzurro in questo settembre al gusto di salsedine e mosto.
Ero indeciso se annegare i miei dispiaceri nell’alcol, alla fine scelsi di affogarli nell’inchiostro.
Perdersi può essere un’inattesa opportunità, una scintilla che infiamma il cambiamento, la goccia che ti fa traboccare la vita.
– Ho sofferto, eccome se ho sofferto!- Come ne sei venuto fuori?- Ho chiesto indicazioni alla mia dignità.
Il buio ha il potere di infiammare le tue paure o di emancipare le tue fantasie. Puoi dunque scegliere di esserne vittima predestinata o complice prediletto.
Io non devo accettare le diversità, io riconosco solo uguaglianze in questa palla di roccia sperduta tra le stelle.
La certezza di una carezza cura ogni carenza.
Tutti hanno bisogno, aprendo la porta di casa, di incrociare uno sguardo in attesa del tuo rientro.
Non sono banale, è che trovo anche l’ovvio eccezionale.
Siamo nostalgici di epoche in cui si possedeva poco. E oggi che abbiamo tanto, quel poco ci appare tutto.
Una lacrima è una richiesta di abbraccio allo stato liquido.
Le parole sono ritardatarie croniche; si presentano perfette, eleganti, sull’uscio della gola quando la festa è ormai finita.
Tempo pessimo. Anche fuori. Sto per piovere.